BAIA della MARZA PARADISO del MARE

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“Che posto è questo?!”. Con questa espressione di meraviglia esordì anni fa, in un caldo mese di novembre, un viaggiatore del Nord Italia guidato ai luoghi meno conosciuti del nostro territorio. Era pervenuto, attraverso una trazzera interpoderale, al costone roccioso che guarda alla splendida baia della Marza. Aveva già apprezzato tutto il tratto costiero del vertice meridionale della Sicilia che da Siracusa, passando per Fontane Bianche, Cassibile, Avola, Vendicari, Cala Mosche, San Lorenzo, Marzamemi, Portopalo, Capo Isola delle Correnti, Punto Rio, Punta Formiche, Longarini, Porto Ulisse, perviene alla Marza. Ammaliato durante il tragitto dalla varietà del territorio, caratterizzato dalla vegetazione tipicamente mediterranea, dalla campagna fertile, da numerosi serbatoi d’acqua naturali, i pantani, animati dall’avifauna (fenicotteri, aironi, cigni, pellicani, cormorani, germani reali….) e da coste tra le più suggestive, aveva cominciato ad avere la sensazione di essere veramente ai confini estremi del meridione d’Italia dove la stessa luce solare muta d’intensità: una Sicilia talvolta impervia, dove trazzere, muretti a secco e approdi costieri evidenziano un aspetto minore, ma non privo di importanza per la sua tipicità. Questo tratto di costa, frequentato dall’uomo sin dalla preistoria, custodisce la spiaggia conosciuta col nome “Marza” delimitata a sud dalla Punta Ciriga, anche se, in effetti, con questo toponimo vengono indicate altre due spiagge vicine, oltre a una frazione del comune di Ispica. La parola ha origine dall’arabo “marsà” e indica un riparo costiero, una rada, un porto. Il sabbioso letto assolato della Marza, punteggiato da egagrofile, protetto dall’alta scogliera argillosa il cui margine verdeggia di timo, santoreggia, palma nana, elicriso, euforbia, rosmarino e ginepro coccolone, bagnato da un mare cristallino dal fondale bassissimo, dove emergono due faraglioni che sembra siano stati posti a guardia di questo “paradiso del mare”, è raggiungibile solo da chi ben conosce i luoghi. Una spiaggia mozzafiato che non ha nulla da invidiare a quelle dei Caraibi. Probabilmente sarà sfuggito a molti, per la rapidità delle sequenze, che è stata oggetto di riprese televisive per spot pubblicitari della Tim, animati da bagnanti, cani parlanti e da affascinanti modelle. Di fronte ad un pianeta quasi al collasso, abbiamo il dovere di rispettare luoghi catartici come questo che affinano nell’essere umano la coscienza della sua esclusiva sensibilità razionale e ci impongono di considerare la natura come un’opera d’arte, un essere vivente che cerca di sottrarsi a chi vuole soggiogarlo, con un suo equilibrio che anzichè essere alterato dall’uomo dovrebbe essere imitato come già Johann Wolfgang von Goethe nel lontano XVIII secolo ci aveva suggerito.